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| La cima riportata ha delle caratteristiche meccaniche differenti rispetto alla cima tubolare.
E' in carbonio pieno e per questo consente di avere diametri di punta estremamente sottili, dell'ordine della frazione di mm (0,8 mm anche 0,7 mm in qualche caso).
E' solitamente più flessibile della cima tubolare perché è più sottile e autorizza valori di freccia più che doppi ( una cima piena 0,8 mm X 3 mm X 700 mm che è una cima stanadard può essere piegata "in cerchio" senza romperla)
E' una cima più pesante a parità di lunghezza anche 2-3 volte di più di una cima normale quindi bisogna stare attenti a dove si monta perché se è troppo lunga può peggiorare molto la velocità della canna anzichè migliorarla.
In passato era prassi comune riportare gli ultimi 30-40 cm delle canne fisse per meglio renderle adatte alla pesca di pesci dal labbro sottile e fragile (triotti e alborelle ma anche lasche e savette).
Questo peggiorava un pochino la curva della canna in cima ma migliorava la delicatezza sulla ferrata come se ci fosse un elastico sulla cima.
In altre culture la cima riportata rende la canna (ad anelli inglese) più adatta al lancio di lenze molto leggere (ma ne peggiore le caratteristiche di reupero poichè è molto difficile da raccordare bene con un fusto rigido) . Negli ultimi anni questa abitudine è venuta meno poichè sono state costruite canne con cime tubolari talmente sottili da renderne anacronistico l'utilizzo.
Sopravvive nel ledgering, per ovvie ragioni e nelle canne da trota laghetto.
Nelle canne da ledgering la cima riportata (ed intercambiabile fatta di materiali diversi e con conicità diverse , in taluni casi lunghezze diverse) serve all'unico scopo di dare ad una canna potente e rigida la massima sensibilità sull'abboccata.
Nelle canne da laghetto favorisce la percezione dell'abboccata e convoglia meglio i movimenti e le oscillazioni da imprimere durante la tecnica della tremarella o altri tipi articolati di recupero.
Si può naturalmente approfondire ogni aspetto, questo è per darti una panoramica generale.
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grazie