| Credo onestamente che i laghetti a pagamento abbiano la loro ragione di esistere, anche se non li frequento. Da bambino, quando ho iniziato a pescare, mio nonno mi portava sempre in questi posti perchè ovviamente offrono dei servizi alla clientela che una riva di un fiume non ha, e la pesca è inoltre facilitata (pochissimi o limitati impigli, nessuna corrente, abbondante presenza di pesce, posti comodi raggiungibili direttamente con l'auto, etc), e devo dire che mi sono divertito un mondo! Il problema, quindi, credo non sia affatto nella loro esistenza, e allo stesso tempo non credo sia nelle categorie di proprietari o clienti, quanto nelle persone in generale (appartenenti a una e l'altra categoria) e alla loro scarsa cultura, intesa nel senso più ampio del termine, ovvero quell'insieme di conoscenze che concorrono a formare le capacità ragionative di un individuo, le quali permettono ad esso di porsi in relazione con ciò che lo circonda, e di acquisire le abilità necessarie per "fare" le cose. Una persona non può essere capace di relazionarsi con i soggetti della pesca (acque, rive, scogli, animali, pesci) finché non li conosce a fondo e che non ne comprende la loro fragilità. Fintanto che non assume queste informazioni è ovvio che non ci si può aspettare li rispetti. E' una questione di conoscenza, e soluzioni per l'immediato come la legge del taglione proposte in alcuni post (chiaramente dettata da un sentimento di rabbia scatenato dalle barbarie descritte nell'articolo) non eliminano a parere mio il problema. Il problema si può risolvere solo a lungo termine, diffondendo i concetti che si trovano diffusi all'interno di molti articoli di questo blog e non solo, nell'esempio portato da coloro che frequentano in modo consapevole gli specchi d'acqua (ad esempio recuperando le nostre lenze quando si rompono, o il filo e i piombi lasciati "distrattamente" dagli altri sulle rive, non praticando il bracconaggio, andando a pescare sempre muniti delle licenze che occorrono, portandoci a casa la nostra immondizia, etc.) e, a volte, riprendendo anche quei pescatori che non si comportano come dovrebbero (con le dovute maniere senza scatenare tafferugli!!!). La soluzione non è certamente rendere più agibili gli spot di pesca, altrimenti avresti una diffusione di comportamenti errati che comprometterebbero il sistema naturale, in molti casi addirittura in modo irreversibile!!! Il fiume insegna solo alle persone che lo sanno ascoltare, le quali hanno il compito di farsi interpreti, e spiegare ai "sordi", in modo comprensibile, le leggi e le lezioni (spesso di vita) portate dalle sue acque. Chiedo scusa in anticipo per l'enfasi di queste righe, ma la forzata astinenza dalla pesca mi ha reso un pò troppo sensibile! Ad ogni modo questo è solo il mio punto di vista!
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