Vi ripropongo un interessante articoletto di qualche anno fa tratto da famosa rivista. Leggetelo perchè qualcosa di buono se ne trae di sicuro, anche perchè è autunno pieno!.. poi magari partiamo con una discussione svarionata
Americo Rocchi L’Autunno e le sue temperature
Versi meravigliosi che da soli chiariscono più di mille spiegazioni
il legame che da sempre unisce l’acqua e l’uomo.
Per tutti gli uomini l’acqua è magia è vita ma per noi pescatori
lo è ancor di più. L’acqua in tutte le sue forme, è
un libro misterioso da decifrare, per noi pescatori è un
mondo intero da capire.
L’intento di questo articolo non è quello di dare consigli tecnici di pesca ma quello di cominciare a camminare nei “meandri acquatici” della conoscenza. Capire profondamente i corpi idrici, ovviamente porterà ad una capacità di analisi anche in riferimento alle azioni di pesca. Come si modifica il lago attraverso le stagioni? Cosa succede ad i suoi abitanti? Come si muovono i pesci?... Temi incredibilmente complessi che necessitano, per essere affrontati di conoscenze specifiche sui rapporti tra temperatura, specie ittiche e stratificazione termica dei laghi ecc... Muoviamo i primi passi, speriamo di un lungo cammino:
I nomi dei vari strati d’acqua
Nella stagione invernale la temperatura delle acque di un lago è praticamente uguale a tutte le profondità. In questa situazione le caratteristiche fisiche dell’acqua (massa volumica e viscosità) sono identiche dalla superficie al fondo: si instaurano così le condizioni che consentono il rimescolamento delle acque profonde con quelle di superficie. L’arrivo della primavera, con l’aumento della temperatura dell’aria e con la maggiore quantità di radiazione solare, porta ad un graduale riscaldamento delle acque superficiali via via più marcato all’avvicinarsi dell’estate.
Le acque profonde si scaldano meno o, addirittura, rimangono fredde a causa del fenomeno di “stratificazione termica”: le acque superficiali, più calde hanno una massa volumica inferiore rispetto a quelle profonde, sono quindi più leggere e “galleggiano” su di loro. In pratica si forma una specie di barriera fisica che impedisce il rimescolamento tra le acque superficiali più calde, più “leggere” e meno viscose (epilimnio) e quelle “profonde “ fredde e pesanti (ipolimnio). Tale barriera si colloca in una fascia ad una profondità intermedia (metalimnio) detto anche termoclino ed in essa si registra, in periodo di “stratificazione termica” un accentuato gradiente negativo della temperatura. Questo strato è gradito ai pesci soprattutto ai grossi predatori come i lucci perché assicura un ottimo compromesso tra quantità di ossigeno disciolto e temperatura dell’acqua.
Temperatura dell’acqua e specie ittiche
La temperatura costituisce un fattore di vario ed ampio significato per la fauna ittica. I pesci, infatti, sono organismi a sangue freddo, cioè non in grado di regolare la loro temperatura interna e, più precisamente, sono classificati come stenotermi freddi o stenotermi caldi poiché non in grado di sopportare elevate escursioni termiche nell’ambito di un clima rispettivamente freddo o caldo.
Con riferimento alle specie ittiche che vivono nella zona temperata possiamo identificare le specie stenoterme fredde come sostanzialmente appartenenti ai Salmonidi: trota, salmerino, coregone, ma anche, ad esempio, bottatrice e sanguinerola. Tra le specie stenoterme calde, che appartengono principalmente ai ciprinidi, si possono citare: scardola, triotto, carpa, tinca, ma anche persico, persico trota, pesce gatto, ecc.
L’attività metabolica, la quantità di alimento assunto, l’accrescimento corporeo, la respirazione, la riproduzione, i movimenti migratori dei pesci risultano condizionati dalla temperatura dell’acqua e dalle sue variazioni. Oltre che un ambito di tolleranza, ciascuna specie ha una temperatura ottimale in relazione alle attività vitali del momento; nell’ambito del gradiente offerto dall’ambiente le zone con temperatura ottimale vengono continuamente ricercate e scelte dalle diverse specie. Ovviamente è facile comprendere quanto sia essenziale fare proprie queste conoscenze per avere successo nelle nostre azioni di pesca;
Proprietà termiche dei laghi
La temperatura delle acque di un lago in un determinato momento stagionale dipende dal suo bilancio termico, cioè dalla differenza fra gli apporti e le perdite di calore. Se si misura la temperatura di un lago dalla superficie al fondo si ottengono, nel corso dell’anno, profili termici molto differenti. In particolare, vi sono periodi nei quali la colonna d’acqua ha la stessa temperatura dal fondo alla superficie ed altri nei quali vi è un elevato gradiente termico. Prima di esaminare come questo fenomeno si verifica bisogna fare una piccola premessa per ricordare una particolarità dell’acqua. La sua densità è massima a 4°C: l’acqua più fredda di 4°C è meno densa, cioè più leggera, fino al punto che un cubo di ghiaccio (0°C) di 1 dm di lato arriva a pesare 0,1 grammi in meno di un cubo d’acqua a 4°C delle stesse dimensioni. Sopra i 4°C l’acqua diventa tanto meno densa (più leggera) quanto più aumenta la temperatura. Le acque di un ipotetico lago della regione temperata, con una profondità di 20 metri, alla fine della stagione invernale presentano, a tutte le profondità una uguale temperatura di circa 4°C. Questa è, come abbiamo appena ricordato, la temperatura di massima densità dell’acqua. L’azione del vento può facilmente provocare un rimescolamento delle acque più superficiali, a contatto con l’atmosfera e quindi contenenti abbondante ossigeno disciolto, con quelle sottostanti. La circolazione primaverile che così si instaura ricarica di ossigeno l’intera colonna d’acqua. Con l’avanzare della primavera, l’apporto di calore attraverso la radiazione solare determina un innalzamento della temperatura delle acque superficiali. Il lavoro meccanico del vento potrà operare un certo rimescolamento delle acque più superficiali (più calde e quindi meno dense) con quelle immediatamente sottostanti (più fredde e quindi più dense), contribuendo così alla distribuzione del calore dagli strati più superficiali a quelli via via più profondi. Tuttavia, con il progredire della stagione calda tra acque superficiali ed acque profonde andrà formandosi un gradiente termico, e quindi di densità, sempre più elevato e comunque tale da impedire il rimescolamento ad opera del vento. Nella stagione calda, quindi, si avrà nel lago uno strato superficiale caldo (epilimnio) separato dalle acque profonde uniformemente fredde (ipolimnio) da uno strato di passaggio (metalimnio), caratterizzato da un rapido abbassamento della temperatura con il crescere della profondità..
In questa situazione di stratificazione estiva lo scambio di ossigeno tra le acque superficiali e quelle profonde è quasi nullo. Addirittura, se il lago è molto produttivo, l’ossidazione microbica della sostanza organica può consumare completamente l’ossigeno disciolto nelle acque ipolimnetiche arrivando a determinare una situazione di anossia, ovviamente incompatibile con la vita degli organismi acquatici. In autunno l’acqua superficiale si raffredda, diventa più densa e scende verso il fondo. Con essa si abbassa anche lo strato, sempre più sottile, in cui avviene il salto di temperatura, il metalimnio. Come già in primavera, per azione del vento il rimescolamento delle acque si intensifica ed esita, infine, in una circolazione completa
(circolazione autunnale). Il corpo d’acqua si trova ora a circa 4 °C con l’ossigeno disciolto uniformemente distribuito. In inverno la densità dell’acqua diminuisce per un ulteriore raffreddamento. L’anomalia della densità dell’acqua comporta una instabile stratificazione termica inversa, con uno strato superficiale più freddo sopra uno strato più profondo di acqua a 4 °C. Il ghiaccio, quando arriva a formarsi, copre la superficie del lago poiché la sua densità a 0°C è solo i 9/10 di quella dell’acqua. Il ghiaccio può rendere stabile la stratificazione termica inversa e si produce così la stratificazione invernale.
TIPO TEMPERATO, con temperatura superficiale inferiore a 4°C in inverno, anche se possono non gelare, e superiore a 4°C in estate. Sono laghi che hanno un ciclo termico, poiché hanno due periodi di isotermia e quindi due piene circolazioni l’anno (laghi dimittici).
TIPO SUB-TROPICALE, questa categoria include anche i laghi della regione mediterranea, nei quali la temperatura è sempre superiore, anche negli strati profondi, a 4°C. In essi si verifica annualmente un solo periodo di isotermia (fine inverno) e quindi una sola piena circolazione (laghi monomittici).
A questo gruppo appartengono i grandi laghi subalpini, in alcuni dei quali però la piena circolazione non si verifica tutti gli anni.
Pesca in autunno
Ai fini della pesca bisogna ricordare che non tutti i bacini subiscono questo fenomeno di stratificazione termica ad esempio nei piccoli laghi e cave ecc. non accade. In questi corpi idrici la temperatura dell’acqua è pressochè simile a tutti gli strati.
L’autunno, il periodo di riferimento, è quindi per i laghi importanti un periodo di grandi cambiamenti. I grossi lucci che in estate sembravano quasi assenti perché intanati alla ricerca di sacche ossigenate e fresche nei pressi del “Termoclino” ora cominciano a muoversi di più. Dipendentemente dall’andamento stagionale potremmo travarci in seguito a fenomeni ventosi raffreddamento notturno minor irradiazione solare al fenomeno del rimescolamento. I grossi predatori torneranno a cacciare con più solerzia, riuscendo a trovare condizioni più agiate e confacenti. Questo è un ottimo periodo. Non siamo più obbligati a pescare in modalità di ricerca profonda, ma saranno spesso i predatori che verranno a cercarci negli spot più consoni ed a profondità meno accentuate. Ovviamente questo è un discorso generale che va a modificarsi in base alla tipologia di lago alle specie che ci interessano ecc ma se abbiamo intanto appreso questi aspetti generali sarà facile poi entrare nello specifico con i doverosi distinguo tra specie e ambienti...