Non potendo per ovvi motivi andare a pescare, non trovo nemmeno l'umore giusto per preparare lenze, tanto non l'ho mai fatto
Riordino un poco di roba, faccio qualcuno dei miei test sui terminali ( un brutto vizio costoso specie con i Fluoro Carbon
)
Poi stanco della tecnica, mi rimetto a studiare, leggo testi di Ittiologia, di limnologia, di Storia della pesca e delle specie, di ecologia fluviale, di Ittiopatologia, insomma mi tengo informato su questa passionaccia, scartabellando pure il web, mi scrivo con qualche mente più lucida della mia. E poi partecipo a qualche gruppo facebook anche straniero sempre inerente alla pesca.
Ma... inevitabilmente, come mi accade ormai di sovente, alla fine mi rifugio nei file delle mie foto di catture e di pesca, ultimo sedativo all'astinenza da fiume.
Così accade anche che rivedo cose che non ci sono più, e mi viene voglia di condividere la sofferenza con chi mi può comprendere, spero...
Ho già pubblicato questo racconto sulla mia pagina Facebook ma penso che più persone lo leggono, e più gente è possibile rifletta.
A.Z.
Era un posto così...una bucanella, da due soldi e una lira, come si sarebbe detto una volta, non è l'inizio di una novella, chi conosce bene I fiumi sa che a volte l’apparenza inganna, non sempre il grande fondale e un grande volume di acqua si accompagnano alla presenza di tanto pesce, a volte, basta poco, un poco però che per I pesci è tutto: basta un tetto sotto il quale riposare/svernare e essere protetti, della pastura adeguata, e un’ossigenazione buona anche in stagione estiva.
Il fiume Sieve sotto la località di Dicomano presentava diversi di questi “occhielli” di vita, sponde che la corrente del fiume aveva scavato, sponde sorrette da una buona vegetazione riparia con alberi anche di alto fusto che con le loro radici reggevano, da chissà quanto, il terreno sotto cui l’acqua aveva scavato delle profonde insenature dove I pesci trovavano riparo dai predatori, anche da quelli alati…
Quando guardando l’impoverimento dei nostri fiumi si addita la responsabilità, (con ragione beninteso…) alla presenza infestante di predatori alloctoni, e di fauna avicola ittiofaga, non bisogna dimenticare cosa abbiamo lasciato fare ai nostri fiumi!
Questa è una goccia, o meglio una lacrima di esperienza personale che vi voglio raccontare, perchè chi è giovane rifletta.
Avevo trovato, e iniziato a pescare in quella “bucanella” nell’estate del 2013 e fino al 2017 vi ero tornato regolarmente sempre in buona stagione, era il mio piccolo scrigno, il luogo dove pescare solitario, a gambe in acqua con I pantaloncini corti e “palle a mollo” con una corta bolo di 5 mt. Ma principalmente il posto in cui il cuore mi tornava bambino, e iniziava a gonfiarsi appena il naso sentiva il profumo del muschio, e gli occhi guardavano le fronde delle vetrici in riva opposta, che ad inizio buca facevano da cartello indicatore: “ da qui in giù per 15 metri sponda vuota = tane e pesci. Li tornavo con la mente a quando da bimbo ero sempre immerso nell’acqua del Torrente Comano, lì ritrovavo I miei pesci di allora, piccoli si, ma terribilmente importanti...poi la tecnica ormai era cresciuta e li ora trovavo anche la possibilità di fare pure catture di una taglia importante che da bambino non erano nelle mie possibilità, in definitiva lì ero un essere completo: pescatore adulto nella mente, e bimbo nell’anima.
Le foto che seguiranno, sono scatti che ritraggono la “bucanella” e chi abitava sotto quella corrente, per chi non conoscesse quei pesci, lo informo che molti erano autoctoni, anzi precisiamo: molti erano proprio endemici!
C’erano anche I Granchi autoctoni, metto la foto per l’amica Gianna Innocenti che li studia.
Metto anche le foto dei pesci più importanti che ci catturai, perchè in ambienti così ristretti furono battaglie vere, di quelle che ricordi il sapore con piacere, perchè condite piccanti, da diverse sconfitte!
Per ultimo vi metto un video( non me lo carica, metto una sequenza di foto) che il mio amico Bongini mi girò nell’estate 2017
Dovete considerare che in sponda opposta c’erano solo campi di contadini e che la strada sterrata vicinale che percorre la costa opposta era a cica 250 metri dal fiume e in forte risalita, con la presenza dell’invaso del Bilancino in azione dal 2000 le piene della Sieve sono una rarità, e in ogni caso li avevano comunque una cassa di espansione importante.
Da allora in Sieve le ruspe sono regolarmente al lavoro, e sono scese fino alla località Scopeti, non so chi dia gli ordini e perchè, sicuramente non gli interessa il fiume ne la biodiversità naturale dei nostri corsi, ma so chi paga, anche in moneta sonante questo scempio: NOI!
Buona visione
Questo come era la bucanella dall'estate del 2013 al 2017 ...
la correntina d'entrata con i 20 centimetri di fondo
Inizio bucanella, sotto la vetrice il picco di fondo a 1,5 metri e l'inizio delle tane
La parte finale più larga con lo scolmare del fondo nel rialzo di fine bucanella
Un giorno ( feci anche il report quì su PIR ci levai di mezzo un tronco di un'albero più lungo di 12 metri( lo misurai pure mi sembra 12,70
) ,non mi chiedete come feci...ma era un preludio, chi aveva tagliato quell'albero secco da sponda opposta, era in "aggiuato"
Ma veniamo a chi ci nuotava in quelle correnti: quella che tecnicamente si chiama BIODIVERSITA' pesci autoctoni italiani, alcuni endemici, cioè solo Tosco/Laziali o poco più. C'è chi questa "ostentazione di specie e dottrine naturali", la commenta come "magnificenza" prendendomi pure per il culo...roba da vecchi nostalgici, quando ormai il mondo è un'altro e ci si deve solo adattare ...decidete voi da che parte stare.
Anche crostacei indicatori di una buona qualità di quelle acque
Come ho scritto c'era anche la presenza di specie che raggiungevano le" taglie forti "considerando il luogo
E anche un brutto e vecchio ceffo sempre in ammollo
Poi arrivarono quelli che con i fondi europei( cioè con i soldi anche di tutti noi...) mettono in sicurezza i nostri fiumi...
Ora siamo più sicuri...più sicuri che non ci sia rimasta nessun tipo di vita!
A.Z.