Quando nel 2015 collaboravo con Daiwa a quello che per me era il primo progetto Amorphous, l’intenzione era quella di dare ai pescatori, una canna che mettesse al primo posto l’affidabilità ma che al tempo stesso racchiudesse nel suo disegno tutti gli elementi che rendono una canna bella. Si trattava in prima battuta di costruire due attrezzi con due anime simili e due corpi differenti, ma che dessero ampi margini al pescatore per poter sconfinare l’una nel territorio dell’altra.
Disegnare una canna con in mente la pesca col gambero in mare, o del barbo in fiume, che potesse all’occorrenza “scalare marcia” e destreggiarsi nel misto di correnti non eccessive, popolate da pesci che vanno pescati relativamente sottile, fu un obiettivo non facile da raggiungere con la versione power.
La versione regular invece fu molto più spontanea nel suo passare dalla carta all’oggetto solido: doveva avere semplicemente quell’equilibrio di forza e raffinatezza che permettesse di usare i fili più sottili mantenendo la capacità di restare incisiva a distanza e su fondali elevati.
Nel 2020 i presupposti non cambiano affatto, cambia il modo di raggiungerli. Le canne sono disegnate su pattern in carbonio con l’aggiunta del Nanoplus, una carica dura di dimensioni nanometriche dispersa nella resina, che cementa questa alle fibre facendo raggiungere al composito un grado di coesione e densità, quasi come quello di un solido cristallino.
I diametri della canne sono stati ridotti per ottenere strutture più snelle che, con materiali molto rigidi e resistenti, originano curve profonde solo sotto forti trazioni, mantenendo una velocità che prima era appannaggio di canne con diametri più elevati. A conti fatti queste canne perdono un millimetro di diametro geometricamente ma performano come canne più larghe delle precedenti come resa meccanica, guadagnando un’agilità incredibile per via della migliore aerodinamica e del miglioramento della distribuzione dei carichi inerziali.
Le azioni dei nuovi modelli, regular e power, sono state disegnate su lunghezze da 5 a 8 metri con il bonus di una versione 9 metri per più potente, utile come canna da pesca a lunga distanza e per correnti molto profonde.
La 8 metri regular migliora i parametri di bilanciamento della precedente 8, andando a diventare la più bilanciata di sempre tra le Daiwa. E’ una canna con la quale non come consultant ma come pescatore, ho speso molte ore a pescare proprio per l’insieme di caratteristiche di potenza, velocità e bilanciamento che la canna riesce a garantire.
Le versioni 5 e 6 sono talmente snelle da non trasmettere minimamente il senso di forza e affidabilità che invece si percepisce prendendole in mano.
Le due 7 metri si posizionano a 22,7 mm per la regular e 23,5 power circa un millimetro in meno rispetto alle canne della precedente gamma. Sono dati che fanno molto riflettere sul progresso tecnico raggiunto dai materiali utilizzati e che puntano ad un confronto non soltanto dimensionale ma di sostanza con quanto costruito fino ad oggi.
La reattività dell’azione, la curvatura continua ed immediata, ma impercettibile sin dal primo momento, permettono di chiudere i conti in anticipo con chi è dall’altra parte del filo. Al contrario che in passato elasticità ed autorevolezza convivono in un corpo talmente reattivo da concedere e reclamare curvatura in maniera talmente veloce da mettere maggiormente in difficoltà il pesce.
L’assemblaggio di pattern in carbonio con modulo più alto che in precedenza e l’uso estensivo su quasi tutta la struttura della lavorazione X45 rendono questa canna paradigma per quanto verrà in seguito, come azione, qualità della curvatura e affidabilità.
Ho sempre sostenuto che pescare con una bella canna è semplicemente un piacere, nel piacere di andare a pescare, ed è il messaggio che credo, tra i filamenti di carbonio, questa canna porti con sé, agli amici pescatori.