| Andiamo per punti, seguendo le domande:
1. Per quanto riguarda il fenomeno bracconaggio e relativo calo dei pescatori dilettantistici a causa dello stesso, penso che non sia la causa principale; limiterei la cosa a una concausa marginale.
Tra l’altro, non mi è chiara la definizione di pesca abusiva, legata a quanto pare solo ai periodi di asciutta della rete irrigua e legata ai soli stranieri residenti, i quali vengono dipinti meglio degli italiani, perché hanno ancora voglia di passare qualche giornata all’aria aperta in compagnia di amici (sapendo benissimo cosa fanno, in quelle giornate all’aria aperta con amici; non tutti, ovviamente).
Piuttosto parlerei di tutti quei casi di accesso non sicuro alle sponde dei fiumi, parlerei del fatto che vengono aperte le macchine parcheggiate per rubare l’attrezzatura. Queste, sì, possono essere una causa di allontanamento dalla pesca, forse più plausibile e concreta di quelle elencate. Peccato che non abbia minimamente menzionato queste cose.
2. La questione vigilanza è più spinosa, perché si entra nel penale e non si scherza, perché ci può andare di mezzo anche chi controlla; non voglio più di tanto andare a sindacare, anche se ho parlato con qualche addetto del settore e mi ha riferito che chi controlla non agisce più per paura che per altro, perché teme lo scontro, specie armato. Ricordiamoci che quella gente non scherza.
Si entra nel campo eventualmente della legittima difesa, che come sapete è un concetto molto fumoso soggetto ormai a interpretazioni che raggiungono il paradosso. Come guardia, ci penserei due volte prima di sparare o fare altre cose; facciamo presto a dire “io non mi farei problemi”.
Quindi, se da un lato percepisco una vena di vittimismo e di piangersi addosso, della serie che non ci sono risorse/permessi per formare un nucleo speciale di vigilanza con una giusta formazione (a mio parere un controsenso, se parlano di lotta al bracconaggio, non vi pare?), dall’altro è pacifico che ci siano dei problemi a livello di giustizia e di umanità, che spingono specie chi controlla a non agire o ad agire “chirurgicamente, con i guanti” solo dove è più comodo: un esempio?
Le guardie fipsas si presentano belle tronfie davanti a te che sei in regola, che hai due licenze e un permesso e che usi il guadino fish-friendly per maneggiare il pesce. Non si fanno scrupoli e ti chiedono tutti quanti i documenti. Mi ricordo una volta, sono andato a pescare sul Sile i primi di Gennaio, quando il libretto dell’anno precedente non è valido perché non c’è la tabella da compilare e quello nuovo deve ancora uscire. Ho diligentemente scritto sulle note del libretto precedente che sono andato a pescare lo stesso il giorno X di Gennaio dell’anno nuovo, in mancanza del libretto nuovo. Quel giorno sono venuti a controllarmi e hanno avuto la faccia tosta di contestarmi ciò che avevo fatto. Vi rendete conto i controsensi? Ho dovuto chiamare io al telefono la Fipsas e SportSile per far dire ai signori vigilanti che i libretti non erano ancora disponibili. Tutto per cosa? Perché volevano farmi la multa e ottenere soldi facili... in due contro un ragazzo. Questo è il lato assurdo della faccenda, mentre hanno paura di chi non ha paura di niente.
3. Per quanto riguarda il calo dei tesseramenti, mi fa ridere, perché, a parte dire che non c’è il riciclo generazionale, parla di metodi di contenimento del problema, a mio modo di vedere sbagliati.
Mi preoccupa tantissimo che parli di “correre ai ripari” e di “saper pilotare” il calo, specie con la tassa sulla pesca in mare e altre cose simili, della serie che vogliono inventarsi a tutti i costi qualche tassa per prelevare denaro ai pescatori sportivi, per evitare il calo di introiti. Detta come la dice questo signore, suona così per me. Tra l’altro, pagherei molto volentieri una tassa in mare, se ci fosse il giusto controllo e le relative misure sanzionatorie.
Tirando le somme, mi pare che qua il problema non sia tanto il fatto che in futuro ci saranno più persone che fanno spinning rispetto ad altre tipologie di pesca; il problema è che questi signori vogliono in tutti i modi regolamentare e tassare la pesca, con permessi, zone riservate e ora pure il mare.
In sostanza e per concludere: le risposte di questo addetto del settore contenevano buoni propositi e soprattutto tutele per noi pescatori? Io ho letto ben altro; ci vedo l’ombra soltanto di ulteriori tasse senza tutele.
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