CITAZIONE (sergio62 @ 21/1/2020, 16:30)
ho diversi libri dell'Olimpia, compreso quello citato. TI posso assicurare che alla fine degli anni '80,in Po, prima del picco dell'inquinamento industriale che ha praticamente azzerato la fauna ittica del basso corso del fiume, i cavedani erano letteralmente infestanti. Nelle sere d'estate, con un martin 9 gr. corpo di vespa, era praticamente impossibile, al tramonto, fare un lancio senza prenderne uno. Erano talmente numerosi, di tutte le taglie, che la loro pesca era a volte scontata, quasi noiosa, e l'unic omotivo nella sua pesca era cercare di selzionare la taglia, con il pane, l'uva in stagione o le budellina di pollo colorate di rosso in inverno. Quando la situazione è cambiata, in peggio, ho cominciato ad "emigrare" verso est in Adige e poi a salire verso Brenta, Sile e Piave, per cercare di prenderne qualcuno....
Grazie Sergio per il contributo.
Questo dimostra che una volta la situazione era più rosea, anzi completamente diversa; su questo, però, non avevo più di tanti dubbi, perché non è la prima volta che se ne parla.
Io mi stupisco della percezione che la gente aveva della pesca al cavedano e del cavedano stesso; chi scrive, lo descrive come pesce molto snobbato, diciamo non da trofeo.
Non lo pensavo; sarà perché sono nato già in un periodo in cui le cose sono cambiate.
Mi pare che oggi come oggi il cavedano sia un pesce “nobile”, un target non di poco conto ecco. Una volta a quanto pare non era così.
CITAZIONE (Danilo-59 @ 21/1/2020, 17:32)
Il pesce più ambito fino alla fine degli anni Ottanta era il barbo, autoctono ovviamente. Poi arrivarono gli alloctoni e divenne troppo facile prenderli perché mangiavno e mangiano con qualsiasi filo ed amo. Con i nostrani era tutt'altra cosa, difficilmente si poteva salire oltre il12 di allora (paragoniamolo ad un 14 di adesso). I cavedani, come già detto da Sergio, entravano sempre perché ce n'erno molti; si mangiavano tutti i bigattini, conseguentemente ne rimanevano pochi per i barbi. Adesso, i cavedani sono diminuiti, le savette pure (anche le savette erano snobbate), di conseguenza cosa cerchiamo? Il pesce più difficile
Danilo ha capito il punto sotteso al mio discorso: il trofeo, il pesce target era un altro.
Cosa che non mi aspettavo francamente.
CITAZIONE (rikkiB @ 21/1/2020, 18:40)
Non posso che confermare quanto esposto da Sergio,negli anni in cui ho cominciato a pescarli in PO ,intorno al 1975,con canne di fenolico da 5-5.40-6 mt. fili che io pensavo fossero 0.14 (ma anni dopo ho scoperto che erano 0.16 abbondanti),erano letteralmente infestanti.
In estate si facevano con le canne fisse insieme alle alborelle e ai triotti e in certi posti anche le savette,in inverno si riuscivano a selezionare quelli più grossi,anche col bigattino se non ti andava la budellina puzzolente.
Ricordo ancora le bestemmie che tirava un pescatore di carpe,a fondo con la polenta ,per i grossi cavedani che allamava con ami del 1
Gli anni successivi,visto che mi piaceva pescarli a passata a a fissa,ho allungato il tiro all'adige tra Lusia e Anguillara(Ro),senza mai pesarli ,ho ricordi di centinaia di pesci ad ogni pescata,li contavo in acqua rilasciandoli uno ad uno,anche li è cambiato tutto
Grazie Rikki del contributo, sono aneddoti che fanno riflettere e utili; come ripeto, non avevo dubbi che la situazione fosse cambiata, in peggio.
CITAZIONE (comandante mark @ 21/1/2020, 20:36)
Ciao ragazzi. .Mi fate venire il nodo alla gola..E si caro Crazy.i tempi cambiano confermo tutto quello che dice Riki e Sergio abito a 3 minuti dal'Adige e da giovanissimo appassionato andavo a vedere i pescatori Emiliani che facevano Nasse di savette e streye (lasche).e cambiavano spot perché dicevano si erano stancati di prendere solo sti pesci infestanti. .
Come fa presto a cambiare la percezione di un determinato pesce; da pesce considerato “infestante” da quanti ce n’erano, a quasi estinto.
CITAZIONE (IsaccoRONCO @ 21/1/2020, 21:15)
Anch’io nell’80 dovevo ancora nascere pur appartenendo a quella decade di millesimo. Quelle riviste però le conservo gelosamente come ricordi e cimeli preziosi del nonno e dello zio. Così come ricordo i loro insegnamenti e le loro avventure. I cavedani erano considerati gli spazzini dei fiumi, perché si nutrivano di tutto e ce n’erano talmente tanti da prenderli a galla, a mezz’acqua e a fondo, con diverse esche. I “Pescatori” puntavano al barbo e alla carpa per prestigio, all’anguilla e alla trota per mangiarsele...il cavedano era un pesce di disturbo, tanti ce n’erano.
Erano altre epoche, altre pesche, altre visioni e percezioni non solo della pesca. Così era un’altro modo di scrivere.
Dire che scrivevano male mi sembra però scortese, irriverente quanto meno.
Certo oggi si scrive meglio, così come si pesca meglio. Però mi sentirei in difetto a dire al nonno (che ovviamente non c’è più) che pescava male perché si faceva i tappi in sughero da solo e riciclava i piombini, che quando proprio non si potevano più riutilizzare venivano fusi in stampi autoprodotti che vorrei vedere cosa veniva fuori, che contava i bachi che lanciava...
Scusa Fede, non ce l’ho con te che scrivi benissimo, é che tutto secondo me va misurato col giusto metro.
Anche Isacco ha risposto alla domanda, levandomi il dubbio; grazie Isacco.
Isacco, forse hai confuso le mie parole!
Non volevo mancare di rispetto a nessuno; quello che volevo dire è che non mi è piaciuto il modo di scrivere dell’autore di questo libro. Non mettevo in dubbio le capacità linguistiche delle persone di un tempo, non lo farei mai, anche perché non sono nessuno per dirlo!
Era un mio commento allo stile dell’autore, tutto qui.
CITAZIONE (Rod77 @ 21/1/2020, 21:37)
Da quando ho iniziato ad andare in Mare ho quasi abbandonato la pesca in acque interne.dico quasi perché ogni tanto devo passare a salutare i miei fiumi.quelli di casa,che non ho mai dimenticato.impossibile!Domenica scorsa dopo tanto tempo ho fatto un uscita in uno di loro e con mio grande piacere nonostante tutto l'ho trovato in buono stato.Ho visto dei pescatori da lontano con enorme stupore,forse stranieri.non ci va più nessuno laggiù.Il mio fiume appenninico che per me è un libro aperto è stato abbandonato da tutti.Io però ho toccato con mano soltanto tanti signori Cavedani di taglia media,e qualcuno che andava pure oltre.tutto questo mi fa ancora ben sperare!Sono rientrato a casa divertito,con il cuore pieno di gioia e speranza per quello che amo profondamente e che mi ha allevato in un certo senso!
A quanto pare, Peppe, sei fortunato ad avere dei posti così, dei fiumetti nel complesso in buono stato, con un’ottima fauna autoctona, di qualità.