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| Ho letto tutto, premetto che con i cefalari ci ho vissuto da ragazzino dagli anni 60 anni in cui si pescava con le canne fisse autocostruite in due pezzi e tre pezzi con lunghezze di 6 massimo 7 metri, si andava nei canneti nel mese di novembre si tagliava i pezzi che poi venivano incastrati uno dentro l'altro, si scaldavano sul gas i nodi non diritti raddrizzandoli poi si mettevano ad asciugare fino a giùgno quelle erano le canne che duravano al massimo due stagioni, si auto costruivano i galleggianti col sughero dei tappi, il meglio erano quelli dello spumante, il filo, generalmente il 20 il peso un pezzetto di piombo arrotolato e ricavato battendo un pezzo di tubo idraulico ed assottigliandolo, amo del n 8, in autunno si passava al 6 per la eventualità di prede più grosse, esca pastella, che era fatta da tutti nella stessa maniera poi ogni uno aveva qualcosa da aggiungere, chi aglio, chi olio di fegato di merluzzo, chi olio di semi, chi latte. La sarda mai poiché, si usava come esca fresca nel periodo invernale sino ad inizio giugno e si prendevano cefali e salpe grosse, la pastella invece si usava per i cefali, ma attirava anche saraghi boghe occhiate Lecce e sporadicamente capitava la spigola. L'impasto si confeziona a così, si utilizzavano i panini raffermi di almeno 4/5 giorni, si levava la crosta a mo di pelare una patata, le croste si mettevano a bagno e quando dopo due ore erano ben a mollate si mischiavano con la sabbia con la duplice funzione pastura a palle e peso per raggiungere il fondo velocemente,con i panini sbucciati si preparava la pastella, operazione che consisteva nel bagnare il panino per pochissimo strizzandolo con le mani e riponendolo dentro uno straccio di cotone dopo si aggiungeva un intruglio il quale occorreva prepararlo un anno prima utilizzando bucce e pezzi di formaggi andati a male prevalentemente pecorino che venivano riposti in un bidoncino, quello col tappo a vite delle olive, i formaggi con l'immissione dell'acqua che si scola il riso carica di amminoacidi agiva mandando il tutto in fermentazione, il tappo andava richiuso dopo una settimana, e dopo un anno il formaggio era tutto disciolto e si presentava come una crema liquida bastavano due cucchiai per mezzo kl di impasto, micidiale, se si voleva fermare la fermentazione bastavano 200gr di sale, se non si fermava si poteva sempre aggiungere formaggio. Consigli, la pasta se possibile Bagnarla con acqua salata rimane sempre della stessa consistenza, con acqua dolce tende a diventare più molle, cercare di farla sempre un po' più duretta poiché se c'è mangianza arriva al fondo dove il pesce grosso per mangiare scanza i piccoli se troppo morbida al fondo non ci arriva, quando entrano in pastura i grossi ammollate il pezzo di pastella che usando, il fiocco di pane o pane francese da utilizzare in inverno poiché il pesce è svogliato e non c è mangianza che appena lo tocca lo disintegra subito, il contenitore anche se chiuso tenetelo in terrazzo o giardino altrimenti la moglie,,,,, il necessario per l'impasto mettetelo in un vasetto ermetico ed aggiungetelo sul luogo di pesca per lo stesso motivo(odore) prima di venire via dallo spot lavate le mani col dentifricio, solo così va via l'odore dalle mani, così pescavano i cefalari ed a canna fissa poiche' i tempi di innesco e lancio venivano ridotti e la distanza ed il posto dove cadeva la lenza era sempre lo stesso ed avveniva una sorta di autopasturazione, a parte che canna a mulinello non se ne vedeva, e poi per questa pesca ed esca la fissa diciamolo ha una marcia in piu. Ho rivisto raccontando un ragazzotto piccino con tutti i vecchi pescatori e l'atmosfera di tempi passati, comunque tuttora pratico questa pesca canna fissa, filo del 16 ed amo n 8,con pastella, intruglio ed enorme soddisfazione per pasture preparate non c è storia.
Dimenticavo, credo di essere uno degli ultimi.
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