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| Io a laghetto ogni tanto ci vado, soprattutto con i figli e da dicembre a febbraio, quando le acque libere sono difficilmente pescabili.
Io direi che la discriminante non sia galleggiante contro striscio, ma pesche dinamiche o a fermo.
Le prime possono essere profique in acqua pulita e trote in attività, altrimenti meglio stare fermi. Con il freddo intenso (ampiamente sotto zero) dobbiamo cercare i pesci sul fondo, altrimenti meglio tenersi entro 1 metro dalla superficie.
Tecniche dinamiche (più divertenti ed indicate) sono la tremarella con vetrino o bombardina e la pesca con la penna (galleggio). Entrambe hanno il loro presupposto fondamentale nel corretto innesco dell'esca (in modo che recuperando vada in rotazione).
Tecniche a fermo invece possono essere fatte sia con il galleggiante che a fondo, magari utilizzando per quest'ultima delle palline di polistirolo che alzino l'esca e la rendano più visibile.
La mia strategia è ormai sempre la stessa, mi piazzo con il sole alle spalle e contro vento (a meno di pescate con gli gnappi, allora il vento è meglio averlo come amico!). Prima sondo il sottosponda accuratamente, magari prima che siano lanciati i pesci, alla ricerca di qualche trota in caccia pescado a tremarella o con recuperi lenti. Torno a farlo quando le trote lanciate cominciano a essere esaurite. Se l'acqua è pulita pesco a tremarella con una sola canna. Se è opaca metto due canne: una a fondo con lungo finale e polistirolo in caso di laghetti non profondi, nel caso di laghi profondi vado di galleggiante piombato e finale lungo (anche all'inglese); con l'altra pesco a tremarella o più lentamente a recuperi intervallati da pause e se non prende passa anche la seconda a pescare come la prima. Pesco quasi sempre in laghetti piccoli e poco profondi perchè il panorama dei laghetti romani è prevalentemente questo. ovviamente la strategia dipende dal laghetto. PS: errori da non fare: utilizzare finali più lunghi di 1 metro per pesche dinamiche e pescare con la pasta a fermo.
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