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Non posso esimermi da fare su questo forum una considerazione personale e condivisibile credo da tutti.
Nel giro di una settimana l’escursione termica durante il giorno è stata di 18° centigradi, un clima sempre più schizofrenico.
Il refrain classico “non ci sono più stagioni” oramai è superato, siamo di fronte a variazioni climatiche che sia in estate come in inverno ribaltano lo svolgersi naturale delle stagioni stesse, con danni all’ambiente sia naturale che antropico.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: sconvolgimento ambientale, pesantissimi danni economici e purtroppo perdita di vite umane.
Grazie uomo, per tutto quello che stai facendo a questo Pianeta!
+18°
Una settima molto tirata, quella passata, tra impegni di lavoro e di famiglia sono arrivato al venerdì sera senza rendermene conto, quello che più o meno capita a tutti è vero, ma questa settimana per me è stata particolarmente pesante.
Nei giorni scorsi ho sentito il mio socio di pesca Gianni un paio di volte cercando di programmare un’uscita per il fine settimana, valutando come sempre le previsione del tempo, devo dire che stiamo assomigliando sempre di più al mitico Col. Bernacca, sempre più attenti al meteo e al livello dei fiumi, ci stiamo evolvendo anche noi come la Natura.
Cercavo di evitare la domenica mattina, dopo due di fila, avevo intenzione di andarci di sabato, soluzione che a Gianni come so per il momento non quadra molto bene, figli piccoli e menage familiare, come per tanti, chi prima chi dopo ci siamo passati un po’ tutti. Gli anticipo già che sarei andato di sabato.
A Dire il vero avevo sentito anche Zaccaria al quale avevo prospettato un’uscita insieme e colgo l’occasione per scusarmi se non mi sono fatto risentire, ma non avevo proprio idea che quello che avrei combinato nel fine settimana.
Sempre con un occhio puntato sull’App iOS 3BMeteo, decido venerdì sera all’ultimo tuffo di andare la mattina successiva in Sieve, riesco a prendere al volo il classico KG di bachi e spero nella clemenza del tempo, NO vento Okay per un po’ di pioggerella, questo è il desiderio….
In testa un senso di rivincita per il sonoro CAPPOTTO di domenica scorsa, certo con il freddo che era, -5 per l’esattezza, cosa potevo pretendere?
Questa è la vista a -5
Simile è stato il commento dello Zac ad un post: “solo uno sciamano poteva prendere qualche pesce, cosa volevi?”
La meta tratto alto della Sieve con la speranza che l’aumento della temperatura abbia sciolto un po’ di neve sporcando quel tanto che basta l’acqua del Fiume.
Sono in pesca alle 8 scendo in acqua con la Tournament Evo 6mt, l’Exist 2506PE-H caricato con 0,14, galleggiante dello 0,20, spallinata morbidissima del 13 (pinzare 20 pallini di queste dimensioni ha messo veramente a dura prova la mia pazienza e i miei incisivi), finale Stream Fluorine 0,103 e amo a gambo corto con paletta Milo KOI KS1113 del 27, che consiglio vivamente.
Passata fantastica, acqua fantastica: verde smeraldo opaco, perfetta!
Solo che per mezz’ora il nulla e nonostante avessi capito di non governare come volevo una lenza un po’ troppo leggera per la corrente irregolare di quel tratto, mi sono ostinato con quell’assetto.
Decido per un cambio veloce, si fa per dire, uno 0,30 sempre con pallini del 13 e del 12, altri 10 minuti si rendono necessari per tornare in acqua, oltre ad aver scomodato santi e incisivi.
Dopo un’altra mezzora ancora il nulla!
Impossibile, penso ad alta voce, si ad alta voce perché quando sei da solo, gambe nell’acqua e canna in mano ti permetti di parlare ad alta voce (cosa che nei giorni normali non faresti mai) e come se ti sdoppiassi ponendo al tuo doppio domande per avere risposte risolutive che a volte possono darti anche del... coglione. Non è vero che parlando da soli si ha sempre ragione.
In questo momento di training autogeno arriva il suggerimento del mio doppio: “ Aggiusta il fondo un po’ meglio e accorcia la distanza dei pallini sovra tarando, pesca raso raso fondo trattenendo il galleggiante in punta di canna”.
Funziona! Funziona, ora la passata mi piace, la controllo e la governo dopo due passate il galleggiante affonda secco.
Godimento ad avere in canna un pesce che dalle testate e dalla forza ti fa capire che è un bel pezzo. La frizione regolata micro metricamente e l’azione della canna non lasciano scampo al cavedano che alla fine viene al guadino. Al momento di slamarlo purtroppo l'ho involontariamente ferito ad una branchia, dopo averlo ossigenato ed essermi assicurato del suo stato l'ho rimesso in libertà.
Passano meno di dieci minuti e arriva il secondo, altre testate e la ferma intenzione di dirigersi verso la tana sul lato opposto, ma non glielo consento lo tengo al centro fiume, ammortizzo le testate con flessioni precise della canna e alla fine guadino.
Alle spalle un collega a spinning, che avevo visto avvicinarsi due passate prima della ferrata, con il quale scambio due chiacchiere e gli chiedo gentilmente di immortalare la cattura. Le foto seguenti le devo a lui che ringrazio, ci siamo anche presentati ma in quel momento di euforia ho rimosso il suo nome, se mi leggi non me ne volere penso tu capisca a quale euforia mi riferisco. È quella della cattura, indescrivibile.
Ecco le foto, non badate alla mia espressione causata dall’euforia per l’appunto:
Sembra proprio sia arrivato il momento giusto, i cavedani girano i bachi li hanno stanati e ora tutto è divertente. Sono agitato e negligentemente non cambio l’amo stressato dall’ultima cattura e palesemente aperto, illudendomi che comunque terrà.
Forse l’euforia allenta la concentrazione sta di fatto che ne ferro un altro ma questa volta non riesco a tenerlo al centro, direzione tana e lo perdo! Recupero e ho la conferma di quanto sono stato superficiale: amo rotto di netto alla piega. Mi maledico e mi do del coglione e questa volta non è il mio doppio, sono proprio io.
Per non correre rischi sostituisco anche il terminale, sempre 0,103, non ne voglio perdere più!
È il momento giusto, girano sul fondo, ma girano e sono affamati, il galleggiante va giù di brutto ferro!
Ce l’ho e questa volta sono sicuro di non perderlo è tutto perfetto non posso perderlo, ma tira porca vacca come tira e che testate. Lo tengo al centro del fiume ma è ancora a mezz’acqua e non riesco a vederlo ma lo tengo. Eccolo affiora, grosso è veramente grosso! Due chili penso o forse qualcosa di più. Inizia a nuotare destra sinistra, in questo zizzagare cerco di portarlo a me e lui come se capisse mi punta e devo alzare la canna estendo fin che posso fin che ce n’è il braccio, poi, finalmente lo guadino. Esagerato due chili e mezzo, pesato. Bocca enorme colori stupendi, è forte è sano, sano come un pesce.
Eccolo qua, nel guadino alla pesa e poi la foto con me
A questo punto penso ci siamo è il momento per fare di questa mattina una grande mattina e infatti dopo poco ne ferro un altro che parte come un razzo e va verso le tane e ci si infrasca tanto da recidere il terminale e farmi saltare 4 pallini dalla lenza madre, probabilmente fregandola sui rami affondati.
Il tempo necessario per sistemate il danno e riparto speranzoso e invece tutto si ferma e diventa immobile. Forse l’ultimo preso era il “capo branco” e in sua assenza i gregari si son rintanati? Boh non lo so, ma in quelle condizioni resisto poco, infatti esco dall’acqua mi sgranchisco e riscaldo le gambe e monto la 5 mt con l’idea di fare una passata più corta e più ravvicinata a una quindicina di metri dalla mia postazione precedente.
Entro in acqua mi posiziono e fiondo, pesco con uno 0,20 in un tratto dove il fondo risale e l’acqua corre in un canale delimitato da rocce.
Alla terza passata, dopo aver allungato il fondo, ferro a 4 metri proprio davanti a me. Ho subito la sensazione di aver in canna un altro pezzo di dimensioni importanti. Quando il pesce alla ferrata si ferma sul fono e resta immobile ferma anche il tempo e in quei secondi interminabili ti aspetti la partenza, partenza che non tarda ad arrivare precisa secca e imperiosa. Devo far cantare la frizione per forza e allontanandosi da me arriva a quelle rocce sommerse e, con l’intelligenza che contraddistingue la specie, ci struscia sopra il muso e recide il sottile terminale.
Sconsolato sostituisco il terminale riprovo con altre passate ma niente, controllo l’ora quasi le 13, ancora un’ora di pesca meglio ottimizzare. Esco e riprendo la sei metri ma nel farlo bagno inavvertitamente i bachi, acqua nel secchiello, c.zzz
Tolgo l’acqua e, li asciugo amorevolmente, consapevole che sono già gonfi d’acqua e inutilizzabili.
Testardo proseguo e fiondo il più lontano possibile per cercare di farli affondare, nonostante il loro galleggio, più o meno in corrispondenza con la mia passata.
Poi, controllando l’acqua mi rendo conto che nonostante ciò viaggiano a mezz’acqua, non ci penso su due volte accorcio il fondo per avere la mia esca allineata ai bachi fiondati, e l’istinto mi da ragione.
Ferro l’ultimo, più piccolo degli altri, ma sempre divertente.
È arrivata l'ora di smontare pioviggina, questa mattina di pesca l’ho cercata, ho cercato di ribaltare il CAPPOTTO di una settimana fa, in modo testardo e temperatura permettendo.... ed è andata così.
Buona domenica a tutti!
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