nessuno si espone... mi prendo le mie responsabilità di "autore" della discussione e vi dico come la vedo io.
premetto che ognuno di noi avendo i propri gusti, preferisce una canna piuttosto che un'altra perchè più congeniale alle proprie aspettative o perchè meglio si adatta al proprio modo di pescare.
detto ciò vedrò di districarmi nella giungla di "terminogie tecniche" per descrivere e determinare le caratteristiche dei nostri attrezzi. inoltre ogni caratteristica di una canna ha un riscontro più o meno influente sulle altre variabili.
la potenza di una canna è la quantità di peso che occorre per curvarla a 90°. di solito si misura tenendo l'impugnatura della canna orizzontale e applicando un peso (la misura è questa...) fino a raggiungere un angolo retto con l'impugnatura stessa...
se l'attrezzo è buono non dovrebbe rompersi...
altra cosa è la potenza di lancio. questa è il range di peso lanciabile da una canna e di solito vengono indicati 2 valori, un minimo ed un massimo. con il valore più basso si intende la quantità minima di zavorra occorrente per caricare la canna (come una molla) che restituendo l'energia permette di lanciare la zavorra stessa, nel nostro caso l'esca artificiale. con il valore massimo invece la quantità di zavorra oltre la quale si manda fuoriscala la molla, che non è in grado di restituire l'energia sufficiente per "fiondare" lontano la zavorra. questi valori sono relativi anche alla tipologia di esca utilizzata. per es. è diverso lanciare un ondulante di 20g, esca compatta ed aerodinamica, piuttosto che un minnow galleggiante di pari peso, che essendo di generose dimensioni (il floating della Rapala da 18cm pesa 21g...), opporrà resitenza all'aria già nella fase di spinta del lancio... inoltre l'ampiezza del range di pesi lanciabili risente soprattutto di 2 fattori: lunghezza e curva della canna.
ad una lunghezza superiore corrisponde un range più ampio verso il basso, in quanto la leva lunga aiuta nella proiezione dell'esca, ma risente di più dei fuoriscala. una canna di pari potenza, ma più corta, sopporta meglio gli strapazzi , ma con questa sarà più difficile lanciare pesi vicini al valore minimo. in sostanza è una questione di leve.
il fattore curva è definito dai più come "azione", da non confondere con il fattore rapidità, anche se strettamente correlati.
esistono canne più progressive, la cui risposta alle sollectazioni è omogenea, definite "paraboliche", ed altre la cui risposta è "limitata" alla sola parte terminale... la famosa "azione di punta". queste due tipologie di azione spesso vanno di pari passo con la "conicità" del grezzo. maggiore sarà la differenza di diametro tra calcio e vetta della canna più l'azione sarà "di punta". se invece una canna presenta un calcio relativamente sottile rispetto alla vetta, tendenzialemnte la sua azione sarà "parabolica".
a parità di potenza, nelle canne paraboliche, il fatto che lavori, e quindi si carichi, una porzione maggiore di canna aiuta ad ampliare il range dei pesi lanciabili.
nelle canne con azione di punta invece la porzione che lavora è inferiore ed il range di pesi lanciabili ne risente negativamente.
la curva d'azione della canna, parabolica o di punta, influenza anche il recupero, la gestione delle esche e condiziona in parte la sensibilità che l'attrezzo ci trasmette.
quelle ad azione di punta sono sovente più sensibili, trasmettendoci meglio le abboccate subdole e delicate ed aiutandoci nella velocità di ferrata. per contro soffrono esche che oppongono molta resistenza sul recupero e non sono l'ideale quando si ha a che fare con pesci grossi e pesanti. la breve porzione di canna che lavora non ci aiuta a stancare e gestire il pesce allamato.
quelle paraboliche sono meno "crude" nelle risposte e più piacevoli da utilizzare. ci aiutano nella gestione di esche poco idrodinamiche sul recupero e stancano prima i grossi pesci. purtroppo a volte risultano un po' pigre nella risposta ad abboccate al fulmicotone...
veniamo alla "rapidità". l'argomento è spinoso... cmq è la caratteristica di una canna a ritornare in posizione rettilinea dopo una sollecitazione che ne provoca la curvatura, per esempio le fasi di lancio e di ferrata di un pesce.
la rapidità è determinata dalle modalità di costruzione del grezzo, prima fra tutte la qualità del materiale, a cui seguono il numero degli strati,"avvolgimenti", ed il materiale utilizzato come matrice per gli avvolgimenti stessi. più è alto il modulo di carbonio utilizzato per la costruzione (per la spiegazione del quale vi rimando qui...
http://it.wikipedia.org/wiki/Fibra_di_carbonio), più l'attrezzo risulta rapido. il risultato finale dipende anche dalla direzione di disposizione delle fibre e dalla loro sovrapposizione nei vari avvolgimenti. quest'ultima caratteristica costruttiva influenza anche la "resistenza" strutturale. fibre disposte "troppo perpendicolarmente" alla curva della canna e "avvolgimenti radi e sottili" (utilizzando per es. la fibra di carbonio in sezioni minimali) danno canne estremamente leggere ma anche estremamente fragili.
la rapidità di una canna da spinning aiuta molto anche nel lancio... tanto più si riesce a caricarla, tanto più performanti saranno le distanze di lancio a patto di utilizzare esche dal peso consono all'optimum del range di peso lanciabile. il fatto che poi risponda ad ogni minima sollecitazione ci favorisce anche sulla precisione di lancio.
la lunghezza della canna però complica le cose... infatti è più semplice costruire canne rapide restando su misure corte. man mano che si allunga la misura le cose si complicano per ragioni inerziali... la leva lunga costringe i costruttori a dei compromessi. per esempio le canne da salmone, lunghe dai 8,5 ai 10 piedi sono spesso ad azione "di punta". per avere la giusta rapidità i costruttori sono costretti ad intervenire sulla curva. i 2/3 della canna praticamente non lavorano e servono solo per allungarne la leva... troviamo invece canne fino ai 7,5/8 piedi che hanno doti di rapidità impressionanti ed azioni relativamente "paraboliche".
canne ad altissima rapidità, indipendentemente dalla lunghezza, a causa del modo in cui sono costruite, costringono chi le usa ad avere sempre un occhio di riguardo ed a non strapazzarle troppo. piccoli urti o lanci poco coordinati e con pesi fuori range sono le principali cause di frattura anche di attrezzi costosi e ben costruiti.
la lunghezza dell'impugnatura e la disposizione e la tipologia dei passanti influenzano in modo anche pesante le caratteristiche dinamiche di una canna. questi valori inoltre sono customizzabili, non a caso molti appassionati si autoassemblano le canne a seconda delle proprie esigenze.
la lunghezza dell'impugnatura varia con il variare della lunghezza della canna e del suo utilizzo. sicuramente deve consentire il posizionamento del mulinello in modo che l'insieme risulti bilanciato. in caso di canne dagli 8,5 piedi in sù, meglio un impugnatura abbastanza lunga da consentire il lancio a due mani, ma non troppo lunga da intralciare i movimenti, per esempio le jerkate e la pesca con la punta verso il basso... ognuno, in base alle proprie misure ed al modo in cui si impugna la canna dovrebbe avere la propria lunghezza di impugnatura. per le canne più corte cmq preferisco che l'impugnatura mi consenta almeno di appoggiare la mano sx sul calcio della canna, in modo da avere maggior controllo del lancio. non sono avvezzo al lancio ad una mano se non per quello sottovetta... ma è un parere assolutamente personale.
veniamo ai passanti. il grezzo è di sezione circolare, ma il loro posizionamento non è casuale! il grezzo infatti presenta almeno un punto in cui la resistenza alla curvatura è maggiore. questo punto viene chiamato "spina". la spina ha di solito 2 versi, di cui uno è più "forte". per individuarlo bisogna piegare la canna e facendo rotolare il grezzo piegato tra le dita ci accorgeremo della resistenza differente da un punto ad un altro. sarebbe più facile spiegarlo di persona... cmq posizionando i passanti sulla spina "forte" avremo una canna più reattiva e precisa nel lancio, posizionandoli invece sulla spina più "debole" la canna risulterà relativamente più "morbida" nelle risposte. in ogni caso non potremo snaturarne le caratteristiche.
il numero dei passanti e la distanza tra l'uno e l'altro influenzano, sempre in modo relativo, sia la rapidità che l'azione dell'attrezzo.
non esiste una regola definitiva per il numero dei passanti. diciamo che, per non entrare troppo nello specifico, non devono essere nè troppi nè pochi...cmq nelle canne di serie dovremo accontentarci di ciò che ha deciso il costruttore. se ci assembliamo una canna sarà meglio andare per tentativi e provare varie soluzioni prima di fissare il tutto in modo definitivo.
inoltre esistono passanti monoponte e doppio ponte. i primi sono certamente più "stabili e sicuri", essendo vincolati al grezzo tramite due ponti. i secondo sono più "delicati" ma, pesando meno ed essendo vincolati al grezzo con una superficie inferiore rispetto ai doppio ponte, ne modificano meno le caratteristiche.
i passanti doppio ponte infatti tendono ad irrigidire l'azione della canna, il doppio vincolo fa sì che quel tratto di pochi cm sia meno libero di flettere. d'altro canto, essendo più pesanti, influenzano, rallentandola, la velocità di risposta del grezzo che dovrà contrastare le normali sollecitazioni portandosi dietro anche il peso dei passanti.
oltre a tutto ciò esistono canne monopezzo, in due, tre ed anche quattro pezzi... e poi ci sono le telescopiche...
le migliori performance si ottengono con le monopezzo ma per ovvi motivi d'ingombro sono poco diffuse, se non nelle misure più corte. la maggiorparte sono sezionate in due pezzi che cmq garantiscono ottime caratteristiche. la cosa importante è che la giunzione tra i due segmenti non irrigidisca o alteri la curva, mantenendola il più uniforme possibile con il resto della canna.
anche le tre pezzi non sono da sottovalutare... in questo caso infatti le giunzioni, se ben realizzate, sono posizionate lontano dalla metà della lunghezza ed "in teoria" spezzano meno l'azione della canna. inoltre se ci si assembla un grezzo in 3 pezzi, si può davvero giocare con la spina per il posizionamento dei passanti, variandolo di pezzo in pezzo, ed ottenendo performance davvero particolari.
le canne telescopiche in stile canna fissa, con un alto numero di sezioni, difficilmente hanno caratteristiche interessanti...
altra cosa sono le telescopiche in 2 pezzi, dove il primo segmento è rappresentato dal manico ed il secondo dal resto della canna. solitamente sono canne potenti da flipping o da jerk. le caratteristiche in questo caso sono quasi sempre ottime. infatti si tratta di false monopezzo... hanno a differenza di queste un ingombro tanto inferiore quanto più lunga è la parte dedicata all'impugnatura.
concludendo (incredibile ce l'ho fatta!!!) una canna ben costruita, oltre che essere piacevole nell'utilizzo, deve trasmetterci ogni piccola vibrazione o interferenza del nuoto dell'artificiale. deve anche garantirci di lanciare preciso e lontano e deve poter gestire bene sia esche dal recupero impegnativo che esche che necessitano di sensibilità... il tutto ovviamente senza esagerare nè in un senso nè nell'altro! personalmente preferisco canne dall'azione non estrema, potendo così sfruttare i vantaggi di un mix equilibrato delle 2 azioni, "di punta" e "parabolica".
di certo non esiste e mai esisterà la "canna definitiva". conteranno più di 1000 strabilianti caratteristiche tecniche le tante ore di pesca praticata. solo con l'esperienza otterremo i migliori risultati dalla nostra attrezzatura conoscendola alla perfezione, sfruttandone i vantaggi e arginandone le eventuali carenze tecniche.
chiedo perdono per la lunghezza dell'intervento e spero che adesso, previa attenta lettura, qualcuno si degni di commentare...
Edited by Azi74 - 24/5/2009, 17:15