CITAZIONE (Massimo Zelli @ 18/9/2019, 13:17)
In verità la faccenda è molto più regionale che non Italiana ed è molto differente tra dolce e salato.
Per dare un'idea delle variabili in gioco, il 50% delle canne bolognesi vendute in Italia, finisce in mano a pescatori marini, oppure, in mano a pescatori, come me, che fanno entrambe le cose.
Andare all'interno di questo discorso e farne una classifica assoluta e dettagliata, richiederebbe un'indagine di mercato, cosa che, per altro, viene fatta di continuo dalle case costruttrici.
C'è inoltre un fattore importante da considerare che è la fascia di prezzo, vi sono taluni marchi che lavorano in talune fasce con prevalenza, altri marchi hanno uno spettro d'azione più ampio.
A riguardo della regionalità o, per meglio dire, zonalità, parlare di Toscana e Colmic è abbastanza automatico ma non così scontato nei risultati, idem vale per il duo Emilia e Tubertini, vi sono tuttavia altri fattori, di natura storica e territoriale da considerare.
In Veneto per i motivi più disparati vi sono marchi che non sono assolutamente presenti o lo sono in misura talmente ridotta da essere quasi monopoli per il negoziante che ha la fortuna di averli. Inoltre, vi sono marchi di cui non si parla mai, che fanno la parte del leone in mare comprendo anche il 15% dei totali della categoria da soli, (il 60 % delle bolognesi in veneto va per il mare, il 15% del 60% è il 9% del totale ... ).
Artico e Italcanna, per fare nomi e cognomi, vanno a spostare la lancetta da tutt'altra parte rispetto a quanto ci si aspetterebbe, limitando il proprio termometro ad un forum, oppure a dei social network.
In Lombardia la faccenda è molto più variegata al livello di marchi ed è legata al pescatore di prevalentemente estrazione dulciacquicola.
Inoltre, questo si, numeri alla mano, il mercato della canna bolognese non è paragonabile a quello degli anni 80 ma negli ultimi 10 anni, complice il mare, è tornato a numeri interessanti.
Parlando di prodotti particolari, non porterei di certo dentro l'analisi canne come le vecchie 1030 che erano delle fisse e che erano davvero una stranezza per pochi averle montate.
A riguardo invece della 180, ha avuto di certo un buona riuscita. Successo, probabilmente il migliore degli ultimi anni per una bolognese Colmic, di cui sono state complici, in parte, le positive recensione fatte quella volta proprio in questa sede (ricevetti le canne dalle mani di Alessio Dalle Piane e Collini stesso). Certamente ottime canne, ma non le definirei tra le più vendute in assoluto poiché, come scritto sopra, l'impatto locale, è ben diverso dall'impatto nazionale molto spesso.
Concordo. E' paradossale che tra i pescatori marini della mia zona (Calabria) vedo per un buon 50% Daiwa. Il paradosso è che noi non abbiamo nessun negozio che tratta il marchio a questi livelli e come tu mi insegni, anche se il negoziante accanto volesse inserire il marchio per farne "una perla" non potrebbe per una questione legata alla distanza tra i due.
Il restante 50% propende per Colmic e qualche Veret (che io stesso ho avuto, tipo l'infinity 6010, che è stata l'unica canna che ho scoppiato in tanti anni di pesca, credo avesse qualche errore di progettazione. In negozio ne aveva 5 tutte esplose sul terzo elemento).
Credo sia difficile fare una stima....