beh, già il fatto che abbiano risposto è un inizio!
vediamo un po'...
il quadro normativo citato sono il regio decreto 523/1904, Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie, e 2669/1937, Regolamento sulla tutela di opere idrauliche di 1ª e 2ª categoria e delle opere di bonifica; un po' vecchiotti, non c'è che dire, ma in mancanza di leggi nuove rimangono quelle di riferimento.
ho dato una scorsa ai documenti ed in effetti non vi è traccia di qualsivoglia disposizione da adottare a salvaguardia della fauna ittica.
non c'è da meravigliarsi, sono leggi rispettivamente di 110 e 80 anni fa e la cultura naturalistica allora realisticamente non doveva essere molto sviluppata.
tuttavia....
dato che di quadro normativo parliamo mi chiedo, anzi, direi che dobbiamo chiedergli, come mai non è stata citata e applicata la LEGGE REGIONALE N. 7 DEL 03-01-2005 - REGIONE TOSCANA,
Gestione delle risorse ittiche e regolamentazione della pesca nelle acque interne; mi chiederete cosa ci incastra la legge sulla pesca? ebbene, l' articolo 14 dice che:
comma 2: Le province, in caso di interventi che comportino l'interruzione o l'asciutta, anche parziale, del corpo idrico, con il rilascio dell'autorizzazione prescrivono obblighi ittiogenici per la ricostituzione della popolazione ittica.
comma 3: Obblighi ittiogenici per la ricostituzione della popolazione ittica sono previsti anche nel caso di opere che comunque comportino la limitazione delle condizioni biogeniche del corpo idrico.
ed in particolare
comma 4: I progetti delle opere pubbliche regionali, delle opere di interesse pubblico e delle opere private che comportino l'occupazione totale o parziale del letto dei fiumi o torrenti prevedono la costruzione di strutture idonee a consentire la risalita ed il libero spostamento delle specie ittiche; nel caso in cui la realizzazione delle strutture di risalita sia tecnicamente impossibile, i soggetti interessati corrispondono annualmente alla provincia competente per territorio una somma pari al costo del ripopolamento ittico del corso d'acqua. sarà stato fatto?
La Regione Toscana emana altresì l' applicativo dell' articolo 14 in questione, LINEE GUIDA PER LA SALVAGUARDIA DELL’ ITTIOFAUNA NELL’ ESECUZIONE DEI LAVORI IN ALVEO; in particolare
nell' articolo 4 comma 2 si legge che: ... Negli interventi di risagomatura dell’alveo e di smassamento di accumuli ghiaiosi e sedimenti, compatibilmente con le esigenze di sicurezza idraulica, sono da evitarsi interventi di eccessiva omogeneizzazione dell’ambiente fluviale, favorendo il mantenimento di un letto fluviale diversificato con alternanza di zone a diversa profondità (buche e raschi) ed anse in grado di ospitare una buona biodiversità ed i diversi stadi del ciclo biologico della fauna ittica.
sicuramente le esigenze di sicurezza idraulica saranno state valutate incompatibili con tale norma, tuttavia andando avanti
articolo 4 comma 3: Opere Trasversali
Gli interventi trasversali, coinvolgendo necessariamente tutta la sezione dell’alveo,
vanno eseguiti all’asciutto isolando il tratto di corso d’acqua con due argini provvisori
a monte e a valle, mantenendo il deflusso idrico mediante by-pass.
Il prosciugamento del tratto di fiume deve essere eseguito, ove tecnicamente possibile, tramite laminazione lenta e progressiva, da effettuarsi realizzando un piccolo canale scavato movimentando il materiale di fondo alveo in modo da provocare una
laminazione lenta e graduale che consenta alla fauna ittica di defluire verso valle ed
uscire dalla zona interessata dalle opere. In alternativa si dovrà procedere al recupero
della fauna ittica mediante reti o elettrostorditore.
anche questo, sarà stato fatto?
l' Articolo 6 prevede infine tutta una serie di sanzioni pecuniarie denominate "obblighi ittiogeni"... insomma direi che ce n'è di materiale su cui discutere.
io non mi fermerei, continuerei a coinvolgere il direttore Galigani di Pianeta Pesca che può darci risonanza, è un amante del Serchio ed è molto attento alle tematiche ambientali: riordiniamo le idee, vediamo cosa si può fare e, se è il caso, scriviamo anche alla regione.