Anni fa scrissi già il racconto di questa avventura salsa, oggi dopo averlo "rivisitato" lo ripropongo per chi non lo avesse ancora letto.
(Makaira nigricans)
Martinique POINTE DU BOUT
31 Dicembre 1990Quando hai nei geni il marchio del pescatore, pensi sempre al pesce, e perché no, anche al pesce che non vedrai mai, al pesce raccontato magistralmente dalla penna di un’illuminato scrittore/pescatore nel 1951 -Ernest Hemingway -
…… 5 Gennaio 1991
Entriamo fiondati nel canale di Oceano aperto che divide l’isola di
S. VINCENT dalla prima isola delle Grenadine :
BEQUIA, è dalle 8 di stamani che balliamo con la musica dei venti Alisei, il Feeling della Kiriè che risponde al nome di Anna sembra un guscio di noce, I suoi 12 metri un punto bianco perso in un azzurro che non ha fine, solo le spume bianche alzate dalla chiglia che a prua esce dall'acqua e vi ripiomba, e le vele, contrastano con il colore unito di cielo e oceano atlantico, baffi bianchi su di una tela monocolore; il tek del ponte cigola sotto la para delle scarpe, stiamo filando al massimo delle potenzialità di questa barca, le vele sono tutte fuori, gonfie come le gote di Eolo, stiamo sfiorando I 15 nodi …
Che ci faccio qui sopra, non so spiegarmelo bene nemmeno io...è la prima volta per un sacco di cose: la prima volta che salgo su di una barca a vela, la prima volta che vedo 3 degli altri 4 membri dell’equipaggio, visto che conosco solo il cugino Agostino; mi volto proprio mentre il Console (Paolo) gesticolando mi grida di cazzare ...anche questo gergo è nuovo, l’ho dovuto imparare in fretta e furia..Walter il dentista è dall'altro lato che mi osserva, Luisa invece è accanto ad Agostino che è al timone; “Anna” è inclinata di brutto, io che mi ritrovo schiacciato sulla ringhierina...nel voltarmi ho intravisto il polpo finto che da due giorni ci trasciniamo ignobilmente dietro...e che a nessuno, tranne a me, interessa un fico secco se come esca avrà dei risultati; infatti non era nemmeno previsto ci si provasse... l’equipaggio, tutti, tranne me, è qui con un solo scopo: allenarsi!! Questa è una delle tante tratte che dovranno affrontare durante la prossima regata che girerà il mondo, è tutta gente esperta, è la quinta volta che fanno questa tratta, ma l’allenamento non è mai troppo, avevano bisogno di un mozzo, perché il 5° componente si era ammalato giusto un mese prima… così il cugino mi aveva fatto la proposta indecente: “ho bisogno di te!”-mi aveva detto a metà Dicembre per telefono-
Agostino ha 1 anno meno di me, ma è sempre stato un’indipendente di testa e di fatto, di lavoro è un procacciatore di contratti di Petrolio e a 34 anni ha ormai contatti con gente di tutti I continenti, le regate per lui, oltre che una passione smodata, sono un punto di contatto con potenziali clienti...io invece che fra un po ne faccio 35 sono l’opposto: radici ben fisse a Firenze sia di casa che di lavoro! Mi chiedo ancora perché gli ho detto: “ Va bene!”
La proposta era stata secca: “ 5 milioni di lire e sei dei nostri, ci manca un mozzo, siamo diretti alla Martinica, si parte il 26 Dicembre dall'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi e si festeggia l’ultimo dell’anno in Martinica a Point du Bout ( Fort de France) , e poi Oceano per 18 giorni, dobbiamo ripassare la tratta, Martinica - Grenada!
Il cedolino del mio stipendio di magazziniere di Novembre recitava. £ 1.380.000 cazzo! Probabilmente è stato un po d’orgoglio...poi, i soldi sul conto corrente c’erano, non avevo impegni sentimentali, ed ero fisicamente al top, muscoli e tendini tesi da 6 anni di ginnastica artistica, l’unico problema era vedersela con il datore di lavoro...ma visto che nel periodo cadevano diverse note festività, ci avrei provato...non sapevo certo che avremmo pure sforato, ma quando sei su di una barca a vela, non è che puoi dire, scusate si è fatto tardi scendo...lo avrebbe compreso.
Dove eravamo rimasti?
Già il “polpo finto”...
Il polpo finto è un dono del Console...sanno che mi hanno chiesto molto: “vieni a fare il mozzo senza un minimo di conoscenza di cosa ti aspetta, cacci 5 milioni di lire e dovrai anche soffrire probabilmente, sia il mal di mare che la restrizione di una vita in un guscio di barca, sei un pescatore, vedi per la prima volta il mar dei Caraibi e le sue creature e ti abbiamo imposto di non portare attrezzature da pesca...
Sono passati quasi due giorni da quando gli occhi cerulei del brizzolato Console con quella “
Erre” arrotondata che lo fa tanto Agnelli mi ha detto: “gua
rda Zacca
ria se se p
rop
rio vuoi, nel gavone di dest
ra c’è un polpo finto con le anco
rine…
Mi ero fiondato, ad aprire il gavone e avevo scoperto quel mostro di quasi 80 centimetri, giallo, verde, azzurro, ricoperto di brillantini iridescenti, con 3 coppie di “ancore” a rimorchio… “ ma questa è una piovra!” avevo esclamato, “ anzi a Firenze la si chiamerebbe rificolona!” avevo aggiunto...
“E’ l’unica esca che c’è” aveva insistito il Console, “e anche l’unica che funziona” aveva sussurrato mentre si voltava…
Quel particolare sussurro, mi impose silenzio e riflessione, che su suggerimento suo mi portarono ad una tavoletta di sughero con avvolti 200 metri di nailon del 200 , un cavetto di acciaio grosso come un mignolo di circa 1 mt e un moschettone gigante per congiungere il tutto a quella piovra indecente!
Mi spiegò in breve come fare ad usarlo: “ lascia fuo
ri 180 mt. o poco più, fai t
re o quatt
ro giri del nailon into
rno alla
ringhie
rina di poppa e butta pu
re, la tavoletta per te
rra nel pozzetto!
Il meccanismo era semplice...il “pesce” addenta il polpo, si pianta l’ancorina in bocca, tende il nailon che scorre sulla ringhierina fornendo una frizione iniziale, poi la tavoletta strappata dal colpo, vola sulla ringhiera e si schianta fra le due barrette ravvicinate, avvisandoti con lo schianto che c’è pesce da recuperare!
Ora voltato vedevo quella piovra tagliare le onde a quasi 200 metri dalla poppa, era un siluro che le bucava stando alzato un mezzo metro dalla superficie dell’oceano...ma chi avrebbe mai potuto prendere quel siluro colorato che filava come un hovercraft a poppa...non ero certo un’esperto di traina, anzi, non avevo mai pescato in mare, ma sapevo bene che la traina prevede dei nodi di velocità molto inferiori, e mi sembrava palese, perché a quella piovra che filava fra i 13 e i 15 nodi al massimo potevi sparagli!
Avevo svolto diligentemente il mio lavoro, così mi riportai dietro ad Ago, la tavoletta di sughero era li inerte sul fondo del pozzetto...fu qualche secondo dopo, mentre avevo lo sguardo fisso a prua, che nonostante il frastuono del vento e della chiglia, che sbatteva l’acqua, sentii nitido lo schianto del sughero sul metallo... trasalire e voltarsi fu immediato, quasi istintivo, laggiù qualcosa parve balzare, ma c’erano spume alte, non compresi, poco oltre la gigantesca sagoma di un Capodoglio incrociava la scia, inconfondibile per lo spruzzo inclinato, ebbi un attimo di smarrimento...i capodogli mangiano le piovre!! Per fortuna quella montagna con le pinne passò oltre la nostra scia, mentre il nailon rimase come una fune da panni tesa dietro poppa, mi avvicinai proprio mentre uno strattone fece girare anche Ago, ci fu un grida grida, alcune vele furono rese più mansuete, io presi a tirare il nailon a mani nude, non avevamo nemmeno I guanti, ne il raffio...organizzazione proprio al top…
“Agostino , rallenta non riesco a recuperare cristo!”
Il Console mi venne vicino...” non ci fare perdere del tempo che se arriviamo a buio non ci fanno entrare in rada!
Ma porca troia, ho un’ancora con le pinne a poppa, che minchia devo fare ...pensai...ancora un’altra botta accucciò la poppa di Anna, riusci nell'intervallo a prendere un paio di metri e trattenere il tutto a gambe tese e piedi puntati bene ...poi arrivò Walter: “ ti do mano?” penso gli bastò lo sguardo…
Ora eravamo in due a barca praticamente quasi ferma riuscivamo a recuperare molti metri ...quando apparve la sagoma del pesce Walter mollò la presa...” è uno squalo, è uno squalo” gridò ...” sarà più di 3 metri”… e indietreggiava...io guardai quella lunga sagoma che si snodava sotto un paio di metri di fondo...era inquietante, ma non mi sapeva di squalo...poi tre metri mi parevano un’esagerazione, forse era un pesce sui 2 poco più...ma aveva ancora da salire in superficie, chissà...guardai il Console, se è uno squalo taglio, gli dissi indicando il coltello da sub che tenevo sempre alla caviglia, non lo avevo ancora mai usato, ma faceva fico quando scendevo sui pontili di attracco delle isole che ci fornivano I pernottamenti.
Il Console pareva deciso a mollare tutto, c’erano I tempi da rispettare...poi improvvisamente vidi quegli occhi asettici brillare...” fermo è un Marlin, un Marlin Blu!
E’ qui, mi sentii Santiago...avevo un nailon del 200 in mano, lo sentivo premere secco sul palmo e il dorso delle mani dove me lo ero avvolto per bloccarlo, il pesce dette due forti scrolloni, sciabolando la superficie, ma non saltò come avevo paura che accadesse, perché non avrei saputo certo come reagire!
L’animale era un Marlin giovane, ed era evidente che era ormai sfinito dalla trazione che aveva subito dalla barca in piena velocità...era un’animale meraviglioso, snello poco sopra I 2 metri spada compresa, per quello che potevo giudicare io un pesce di dimensioni mai viste, all'improvviso cedette completamente e scivolò verso di me, poggiò sul fianco sinistro la testa sullo scivolo di poppa e la spada a 50 cm dal mio viso... un grande e profondo occhio marrone mi si piantò addosso scendendo nel profondo e generandomi un brivido, come solo quelli di un cerbiatto mi avevano mai fatto provare in vita mia; il corpo prese a cangiare, la vela si stese fra l’acqua e il soffio degli Alisei mandando segnali blu elettrico, ero abbagliato, era lo spettacolo più bello che avessi mai visto in vita mia, poi mi ripresi guardai l’ancorina centrale del polpo che era l’unica che aveva fatto presa con un solo amo che era penetrato nella narice a fondo spada, ed aveva formato un asola sull'osso, probabilmente per la grande trazione, mi girai verso il Console chiedendo cosa fare...” non posso prenderlo certo per la spada, con quella mi apre...per la pinna lo posso prendere?” Il Console non rispondeva, la barca aveva ripreso vento e filava via liscia...Agostino ara sempre rimasto al timone, ma non resse alla tentazione di voltarsi per vedere l’animale ...mollò un’attimo il timone, Anna ebbe una brusca strambata, il Marlin rotolò su se stesso e l’amo perse la presa…
la lunga e magra sagoma si stese sulla superficie dell’oceano, poi fra le grida di tutti ritrovò forse per spavento, l’assetto di nuoto, la vela si aprì al vento, cangiò al sole come se ci mandasse un messaggio in alfabeto morse, e sprofondò nel blu…
A.Z.