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| Questa è la recensione che ho scritto io della suprema strong nuova versione. Leggila, togli 30 grammi di carbonio e sposta il range di filo tra 0.06 e 0,16 Per il resto è tutto scritto qui sopra. QUOTE Mitchell Suprema Strong Qualche numero fa mi è capitato di recensire e provare la nuova Mitchell suprema azione classic, cosa dire: non ho trovato punti che non mi soddisfacessero e ne è uscito un giudizio che definire positivo è un eufemismo, direi piuttosto che è stato un report luminoso e non perché avessi voglia di sbrodolarmi di begli aggettivi. La canna che oggi vado a testare è un attrezzo concepito per tutt’altro uso: finali medi e grossi sono il suo pane, tuttavia parliamo di uno strumento bilanciato scattante e leggero che ben si sposa con la passata in acque profonde alla ricerca di pesci di taglia. Con questo tipo di canna non parlerei di diametro ottimale del filo ma piuttosto di pesi ottimali della lenza, è una canna che secondo me trova applicazione su lenze non al di sotto dei 2 grammi. Sia chiaro che l’attrezzo è rigido e potente ma con una punta sensibile che permette con una certa mano di scendere fino al 0.08 il limite strutturale invece si attesta su finali dell’ordine del 20 più che adeguati alla pesca del barbo. Abbiamo testato la 7 metri ed il campo di prova è stato il Po’ di Spinadesco dove la canna s’è difesa ottimamente con lenze dell’ordine dei 15 grammi e finali del 18, senza per altro mostrare di essere al limite. I test si sono prolungati sul mio Sile dove è emersa l’ecletticità della canna che può essere usata sia nella pesca media che in quella più pesante. In quest’ultimo caso le acque profonde hanno messo in luce l’estrema rapidità del grezzo che permette di ferrare a segno su oltre 6 metri di fondo ed a oltre 20-25 metri da riva. Una canna specifica che ben s’accosta alla pesca a distanza ma che non sfigura come muletto nella passata leggera dove accanto alla canna fine serve sempre l’attrezzo da “incontri ravvicinati di un certo tipo” nel caso entrino i grossi. NOTE TECNICHE Il peso del grezzo non è elevatissimo ma nemmeno basso si attesta sui 260 grammi per la canna nuda, il fusto è in alto modulo M65 a costruzione radiale sugli elementi più larghi: un tipo di lavorazione che privilegia un basso valore di flessione a favore di una certa compattezza delle fibre e della rigidità del manufatto. Gli elementi di testa sono stratificati con avvolgimento unidirezionale che al contrario porta ad avere componenti più flessibili, l’azione infatti è nettamente divisa in un fusto fermo con una cima scattante ma flessibile e potente. Il fusto è assemblato con ottimi anelli in Sic forse con una struttura metallica troppo leggera per l’uso a cui è sottoposta la canna (e comunque su una canna di questo livello avrei voluto dei Fuji con telaio più massiccio e magari anticorrosione). Le legature sono di prim’ordine precise e nette mentre la placca porta mulinello è perfettibile e non mi soddisfa pienamente per la sua scarsa qualità (funziona bene ma il materiale che è lamierino cromato non è molto robusto). Giudizio finale Il fusto è quello di canne che hanno un'altra categoria di prezzo : la nostra canna si attesta sui 200-230 euro in negozio ed io non ho difficoltà a dire che questa canna è migliore di attrezzi che costano 300 e rotti euro. L’unico neo è la componentistica : valida e funzionale ma non all’altezza del grezzo. D’altronde il prezzo per la qualità offerta è molto basso e non si poteva pretendere di più per una canna venduta montata che costa 100 euro in meno di canne non altrettanto buone vendute nude. Principessa con un vestito “da rivedere”.
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