E' difficile per me che l'ho visto, rendermene conto, e dubito che riuscirò a portarvi con la mente e le gambe in quell' acqua, come difficilmente comprenderete quale stato d'animo si prova, la vita va vissuta, i piedi devono essere i vostri, vostro il naso che sente gli odori, vostra la mente che rimane sorpresa ma si adegua.
Ma ho deciso di provarci, di provarci senza edulcorare Massimo Zelli, anche senza provare a capire tutti i perchè di questa storia, ne ho sentiti tanti di pareri in questi anni, ne ho sentiti di superficiali, di interessanti o di bislacchi, talmente tanti da risultarne confuso anche se solo ne facessi il riassunto.
Questo fiume si è rifatto il lifting nel profondo, e non sono state le piene, perchè la Sieve è stato l'unico fiume che conosca che si è operato nel profondo, quando l'ho conosciuto era una femmina piena di pesci dagli occhi gialli, tanti che ti capitava di prenderne qualcuno anche se eri alle prime armi.
Per quindici lunghi anni per me è stato così: un fiume tutto da percorrere, da scoprire spiando gli esperti, i primi Inverni a guardare loro: i vecchi pescatori di bachi, di pane, di pallini di pollo e di formicoloni alati, a guardare sempre loro: i pescatori estivi sempre con i bachi, con il borraccino e il mais sempre pronto, e le impronte cancellate come gli Indiani se avevano fatto la cibatura con la frutta.
Un fiume da famiglia, un fiume in cui i grandi alberi lungo i viottoli ombrosi che portavano alle buche più famose, si riempivano dei tavolini apribili da pic-nic e la gente ti salutava quando transitavi, c'erano anche gli abitudinari le famigliole che tutte le domeniche frequentavano la stessa buca, quelli che facevano il fuoco e la brace per le salsiccie e magari ti offrivano un boccone e un bicchiere di vino dal fiasco.
Piano piano mi fu anche chiaro che la Sieve divideva i passatisti di fino da quelli meno tecnici che trovavi in Arno, l'acqua era chiara i pesci ti vedevano e anche se tanti alle scaglie ci tenevano anche allora.
Catturare un cavedano da kg con i bachi era da soddisfazione, non c'era l'abitudine delle foto, e il pesce si rilasciava già.
Io ho questa dell'Agosto del 1995 il mese dopo mi sarebbe nato il figlio, ma dalla foto sembra che lo tenga già in collo.
I pesci con la tecnica che cresceva arrivavano e i pomeriggi migliori quando magari le estati non erano state siccitose ed il flusso era ancora intenso accadeva anche di questo
Il fiume in realtà tutte le estati rischiava un'antropia mortale, si formavano molte alghe e borraccino e piano piano il colore mutava da trasparente a velato, l'acqua diveniva etremamente calda e le Carpe le Tinche e le anguille contendevano il terreno ai cavedani che erano ovviamente i più numerosi, i barbi invece erano " esseri mitologici" si diceva che esistessero ma che uscissero solo di notte ...
E' durato così ancora per qualche anno dopo l'operazione (Bilancino) un'operazione che forse gli ha salvato la vita, ma quando si è ripreso dall'anestesia il fiume ha perso gli anticorpi dagli occhi gialli, acquistato tanti di quei barbi che d'estate con i loro 2- 3 etti sembrano la copia con i baffi dei cavedani di allora.
Ora sono trascorsi Quindici anni dal mutamento, la Sieve si è salvata, il prezzo che ha pagato è stato quello di avere un'altro DNA, tanto che molti pescatori non l'hanno più riconosciuta e si sono allontanati sdegnati, da quella femmina che aveva fatto la voce "roca" che non faceva più piene e secche devestanti, che aveva un flusso composto e certamente meno eccitante, era diventata la fredda Sieve, e ad entrarci dentro ci si batteva i denti anche in Agosto.
I pesci rimasti, specie i cavedani sono diventati pochi e grossi, difficili non solo da adescare, ma anche da togliere in quelli spazi ristretti con fili capillari e leggere bolo.
Trenta anni sono tanti, ne avevo 30 ne ho 60 il sabato la guardo e mi metto del neoprene anche a Giugno per provarne ancora l'abbraccio.
Nella vita si impara ad adeguarci ai mutamenti, ora sento mia la pesca dei pochi e grossi "giganti" che capita di incocciare in queste acque
Ora a 60 anni probabilmente non avrei più la capacità di riadeguarmi di nuovo ad un suo cambiamento, forse se ora tornassero le moltitudini di cavedani di 200-300 grammi che c'erano una volta, andrei via a ricercare i grossi pesci di questo decennio in un'altro fiume, o forse no, mi fa troppa fatica spostarmi, forse rimarrei comunque, magari pensando con nostalgia a quando c'erano pochi grossi big-
Ciao Sieve ci si becca.
Allora
Come ora
A.Z.