| La ferrata da effettuare pescando con la tecnica dell'inglese, dipende molto a seconda della distanza di pesca e dalla profondità a cui uno pesca, nonchè dal peso del waggler e dal diametro del filo utilizzato (tutto ovviamente varia in base alle specie dei pesci presenti).
Meccanicamente, pescando a 30 metri con una penna di pavone da 4+1, 3,5 metri di fondo, 0,12 in bobina e una canna morbida da 3,97 con un range di casting da 3 a 12 grammi (qui tutto è proporzionato per la pesca al cavedano in una diga, ma è solo un esempio per aiutarti a capire), ferrando di lato o verticalmente cambia, ma poco: il filo sottile, in una ferrata verticale fende l'acqua discretamente, nonostante sia stato affondato a dovere; il segnalatore, dal peso minimo, crea poca resistenza e quindi smorza la forza della ferrata in maniera lieve. I 3,5 metri d'acqua, per "risalire" impiegano poco, in quanto l'arco che crea la canna in verticale riesce a sopperire egregiamente alla quantità di filo da aggallare. Ferrando di lato, il filo non riceve uno stress da attrito verticale, ma in senso orizzontale e, essendo un filo "affondato", riceverà una resistenza irrisoria alle molecole dell'acqua, permettendoti di ferrare direttamente sull'amo.
Questa differenza diviene evidente qualora si peschi a circa 50-60 metri con 8-9 metri d'acqua.
In questo contesto, si presume si adoperino waggler da 20 a 40 grammi a seconda delle condizioni meteorologiche presenti in quel dato momento, salendo di grammatura (verso i 40) in caso di forti vento e corrente. Il diametro del filo da avvolgere nelle bobine è molto personale; ci sono alcuni che fanno della distanza il loro must e utilizzano fili del 14-16, nonostante non peschino poi con un assetto impeccabile; altri preferiscono pescare con un 20-22 in bobina, magari qualche metro più indietro (è da vedere) ma con un assetto di pesca perfetto.
Chi pesca con fili sottili fende meglio l'acqua, ma non riesce a far affondare bene il filo tutte le volte e quindi a volte si avvicina troppo alla sponda nel tentativo di affogare il filo o di strapparlo dall'esposizione ai forti venti.
Chi pesca con fili di diametro maggiore farà affondare meglio il filo, il quale sarà meno esposto alle condizioni summenzionate; inoltre non avrà bisogno di cercare di affogare il filo, il quanto il suo peso specifico maggiore ci viene in grande aiuto.
Passiamo alla ferrata in queste condizioni:
a 50-60 metri da riva, con filo sottile in bobina, un waggler da 30 grammi e 8 metri di filo in pesca perpendicolare, ferrare un pesce in verticale vuol dire disperdere gran parte della forza di ferrata nell'attrito con l'acqua, successivamente nella risalita obliqua della lenza e nel waggler, infine sull'amo che aggancerà il pesce (se ci sarà ancora). Alcuni per ovviare alla dispersione di energia in ferrata, rincarano la dose di energia applicata alle verticale; secondo me è sbagliato, in quanto dopo aver "tagliato" l'acqua, si otterrà il ritorno dell'effetto di overload provocato, ossia di sovraccarico della canna; infatti in tale situazione immediamtamente successiva al taglio dell'acqua, la forza applicata è sproporzionata rispetto alla tenuta del filo (e forse del pesce), che sul colpo potrebbe rompere il filo o slamarsi (nella peggiore delle ipotesi si potrebbe rompere il cimino). Altri per ovviare allo stesso problema di dispersione di potenza, portano la canna più indietro del "normale", formando un pericoloso angolo che creerà una improvvisa curvaturà del cimino che, se troppo secca, porterà alla rottura.
Ferrando di lato invece con le stesse impostazioni, ferreremo come già detto direttamente sull'amo, ma dato che il filo in bobina è sottile, durante questa fase si allungherà smorzando leggermente la forza di ferrata, fungendo quindi da ammortizzatore e a volte da "rallentatore" nei confronti di pesci molto sospettosi quali i grossi cavedani.
Ferrando di lato variando il filo in bobina (0,20-0,22), la musica cambia e gli strike saranno molto più netti è decisi, in quanto un filo di tale diametro ha un indice di allungamento decisamente inferiore rispetto a un monofilo sottile, ma ammortizzerà quel tanto che basta per evitare qualsiasi rischio di rottura di finale e soprattutto di cimino; l'importante è forare un angolo max di 90° rispetto alla sponda (poi tutto dipende dalle capacità individuali ovviamente).
Spero di esserti stato d'aiuto.
Ciao!
|