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| CITAZIONE (sbirlo @ 13/8/2014, 07:50) È vero che é privato ma mi sono informato sia all'agenzia delle entrate che alla fips, nonché alla regione Lombardia. Qualsiasi impianto di pesca privato deve consegnare uno statuto nel comune di appartenenza dove indica in linea di massima quali siano i diritti e doveri del gestore e dei pescatori, prendendo spunto dalle linee base del regolamento piscatorio italiano. Il gestore di un laghetto di pesca ha parecchi obblighi e nessuno lo sa... Ad esempio deve promuovere la didattica piscatoria per i minorenni promuovendo attivitá con progetti e obiettivi. Deve altresí promuovere tutta una serie attivitá per incentivare la socializzazione e la giovialitá tra i soci , che non sono solo un numero, perché lo stato ti permette di costituire e realizzare un'attivitá del genere e ti da la possibilitá di accedere ad eventuali fondi del coni, solo se tu promuovi E FORMALIZZI CON UN PROGETTO...le svariate attivitá che lo statuto ti impone. Lo statuto non lo puoi inventare tu, ma puoi solo apportare piccole modifiche legate alle caratteristiche estrinseche e intrinseche del luogo, come ad esempio parcheggiare in un posto invece che in altro, oppure entrare ad una certa velocità o ad esempio non usare canne oltre una certa misura... Non è vero quindi che un lago privato può fare quello che vuole ...ma ha molti vincoli e d obblighi che nessuno conosce e nessuno controlla...altrimenti sulla tessera non ci sarebbe scritto " socio" ma ci sarebbe scritto "tesserato"............. Così mi han detto alla regione. Se (se) è così chi è socio avrebbe diritto di dire la sua e il regolamento dovrebbe essere deciso dai soci, ma dubito fortemente che sia così, se sei sicuro che commetta delle irregolarità fai una segnalazione a chi di dovere, specialmente se ci sono irregolarità nella somminstrazione di cibi, ma io rimango sempre dell'idea che basterebbe che nessuno frequentasse più il lago in questione, forse solo così si può ottenere qualcosa!
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