CITAZIONE (Gresco @ 25/12/2018, 22:45)
Ciao a tutti,io sono un principiante nella tecnica della passata perciò volevo chiedervi a grandi linee se potete spiegarmi con che criterio si sceglie la geometria di una lenza da passata in base a metodo di lavoro ,corrente,profondità ecc....e appunto come si chiamano tali geometrie ,scalata,scalata inversa ecc....grazie.
Ciao Paolo,
Premesso che, utilizzando la funzione "Cerca", ci sono ottime probabilità di trovare molto di ciò che chiedi, mi pare di capire dal tono della domanda che tu voglia sapere in generale come funzionino le varie geometrie delle lenze e attraverso quali criteri si scelgano.
Detto che non sono il più adatto a rispondere a questa domanda, provo almeno a dirti sommariamente quello che penso.
La prima cosa che dico è che, per risponderti in maniera completa, un manuale probabilmente non basterebbe, visto che in gioco ci sono infinite variabili, come: il fiume, lo spot di pesca, il pesce target ecc ecc.
Inoltre in tutto questo si aggiungono anche le varie "dottrine" e soprattutto esperienze di pesca!
Difatti penso che in una stessa situazione di pesca, possano andare bene due o più geometrie diverse, presentazioni dell'esca diverse e così via; questo per dire che non c'è un unico criterio che permette di scegliere la lenza "corretta".
Più in generale posso dire, per esempio, che, se si vuole che l'esca transiti necessariamente nei pressi del fondo o addirittura sul fondo e se si è in presenza di grandi fondali e/o forti correnti, una soluzione che personalmente reputo ottima è utilizzare una torpille o un pallettone (versione estremizzata della prima), visto che permettono alla lenza stessa di soffrire meno la spinta della corrente, il che si ripercuote sulla presentazione e transito dell'esca. Una geometria "secca" e raggruppata, dunque, fatta con la torpille permette di stare bene sul fondo in presenza di grandi fondali e forte corrente e soprattutto per me è un complesso che "perdona" di più in caso di trattenuta eccessiva o involontaria rispetto a una pura spallinata.
C'è da dire che la stessa cosa si può fare anche con la spallinata classica, senza torpille quindi; il fatto è che, se non si sa gestire correttamente, si rischia di andare fuori pesca. Perché? Perché una spallinata, seppur non tanto ampia, risente di più di una massa concentrata come la torpille e di conseguenza soffre di più e perdona meno in caso di forte corrente e alti fondali, ovviamente se non si sa gestire una spallinata. In pratica, trattenendo anche non così tanto, tutto il complesso si alza e l'esca non transita dove dovrebbe transitare.
La spallinata più o meno aperta, invece, permette di avere una presentazione sicuramente più "morbida" e naturale rispetto a una torpille. Ci sono scalate più "classiche" e meno classiche; se provi a scrivere su "Cerca" proprio le parole "scalata", "scalata inversa", "montatura a bottoni di camicia" ecc trovi discussioni interessanti.
Ripeto, tutta la teoria, poi, bisogna calarla e adattarla alla pratica, in base al fiume, al pesce target e ad altre variabili; non è affatto semplice gestire alcuni tipi di lenza. Poi bisogna anche sperimentare che probabilmente è uno degli aspetti più dinamici e belli della pesca, sia teorici che pratici!